Si sa che ancora oggi molti ritengono gli psicologi degli “strizza cervelli”, buoni solo per che è malato e ha un sintomo. Certo, alleviare la sofferenza psichica è uno dei grandi obiettivi della psicologia.
Ma chi l’ha detto che la psicologia e gli psicologi si occupano solo di problemi? Una buona psicologia è indispensabile per allenare e rafforzare i punti di forza e le risorse senza fare danni, perché tutto ciò che è mente, psiche, emozioni, pensieri ecc. attiene alla psicologia, non ad altro. Che dite?
Io mi ispiro nel mio lavoro alla Psicologia Positiva che studia le persone che stanno bene. Lo faccio per comprendere:
- come aiutare a star bene
- che strategie utilizzare per sostenere il benessere
- come potenziare i punti di forza di ognuno
e aiutarti così a vivere una vita sempre più in sintonia con la nostra vera natura, una vita davvero felice.
Ecco perché ho pensato di raccontarvi, sempre con un approccio scientifico, cosa è la psicologia positiva.
La psicologia, dopo essersi occupata di disagio emotivo e di come operare per la ristrutturazione di questi conflitti interiori ed inconsci, ha puntato il suo focus anche sul benessere psicologico.
Lo ha fatto andando alla ricerca:
- dei fattori che possono favorire il benessere o che addirittura possono migliorarlo già in condizioni di assenza di disagio
- delle variabili che possono sostenere uno stato di benessere e se potenziate, portano un ulteriore miglioramento e crescita individuale.
Ecco che arriviamo alla Psicologia Positiva, un orientamento psicologico che a partire dagli anni ’60 inizia ad influenzare in maniera innovativa la visione della psicologia tutta e a dimostrare quanta parte possa avere una iniziativa individuale e responsabile nella cura del proprio status e della propria crescita.
Psicologia Positiva, per valorizzare le risorse e pensare all’individuo come responsabile e attivo nel dar senso e direzione alla propria esistenza.
Il fondatore di questo filone, inizialmente denominato “Psicologia della Felicità” è stato Martin Seligman, psicologo, studioso, docente presso l’Università della Pennsylvania, prima al mondo ha introdotto nel 1888 un insegnamento denominato “scienza dell’anima”.
Nato ad Albany (New York) nel 1942, è noto per aver elaborato la “teoria dell’impotenza appresa”.
Questa teoria, è stata messa a punto da Seligman, basata prima su esperimenti in laboratorio con roditori, successivamente è stata validata anche con ricerche sugli esseri umani.
Un soggetto collocato in una situazione nella quale ritiene di non poter in alcun modo controllare quello che accade, di non poter intervenire per modificare la sua realtà, può tendere a manifestare e successivamente a consolidare dentro di sé un senso di impotenza, così pervasivo per cui con il tempo può arrivare a credere di non poter fare nulla per cambiare le cose, anche quando non è così.
Si avvilisce, si immobilizza, si deprime e può anche lasciarsi morire.
“L’impotenza appresa è la reazione di persistente rinuncia, che deriva dal credere che qualsiasi cosa si possa fare, sia in realtà inutile” scrive Seligman nel suo “Imparare l’Ottimismo” un sul libro del 1990.
Seligman ha approfondito ulteriormente le sue indagini e si è reso conto che le persone potevano essere suddivise sulla base del comportamento che manifestavano di fronte a queste specifiche condizioni di malessere e non controllo in:
- pessimiste
- ottimiste
“ due modi di guardare la vita” come lui stesso scrive nel libro.
Seligman scrive: “ Ottimisti e pessimisti: li studio da venticinque anni.
La caratteristica dei due modi sono:
- i pessimisti tendono a credere che gli eventi negativi durino molto nel tempo, distruggano tutto e siano la conseguenza di colpe proprie.
- gli ottimisti, quando devono confrontarsi con le avversità di questo mondo, si comportano in maniera opposta. Tendono a credere che la sconfitta sia solo temporanea e che le cause siano circoscritte ad uno specifico evento.
Gli ottimisti credono che il fallimento non sia conseguenza di errori propri, ma delle circostanze, della sfortuna o dell’azione di qualcun altro.
Gli ottimisti non si scoraggiano dopo una sconfitta. Percepiscono una situazione negativa come una sfida da sostenere strenuamente”.
I pessimisti sono i soggetti che finiscono per manifestare il senso di impotenza.
Studiando il comportamento ed i pensieri dei pessimisti si è reso dunque conto che contenevano tre elementi chiave:
- la tendenza ad incolpare se stessi per gli accadimenti avversi.
- il considerare queste condizioni durature nel tempo.
- la convinzione che il loro comportamento inadeguato avrebbe potuto portarli in futuro, verso ulteriori difficoltà e fallimenti.
Attenzione: questa impotenza appresa scaturisce dalla difficoltà e dall’ansia nel cercare di controllare la situazione.Mancando tale controllo subentra la passività ed un comportamento dai contorni depressivi che autoalimenta la situazione.
In realtà questo sembra essere una meccanismo psicologico fatto per colmare il vuoto che ne deriverebbe, il vuoto provocato dalla sofferenza psichica provata.
Seligman stesso ha dichiarato di averne sofferto e di essersi sforzato di uscire da questa sofferenza e in una intervista, ha dichiarato: “Ho scelto una vita in cui mi sforzo di massimizzare i miei punti di forza”.
Anche noi possiamo decidere come comportarci. Da pessimisti o da ottimisti?
Forse possiamo ipotizzare che la sofferenza sopportata da Seligman lo abbia spinto poi a trovare nuove strade, per sé e per altri, per superarla, facendo leva sulle proprie risorse interiori per poi dedicare la sua vita ed i suoi studi per aiutare gli altri a fare lo stesso.
Se ci pensiamo è il destino del “guaritore”, che non può curare un dolore che non ha conosciuto. Curando sé stesso e il suo percorso verso la crescita, può dedicarsi meglio ad aiutare chi lo desidera a trovare la sua guarigione.
In fondo è sempre stato così per gli esseri umani e siamo tutti un po’ guaritori. Impariamo ad aiutare noi stessi e poi offriamo la nostra esperienza perché altri non debbano più soffrire.
Vista così, Psicologia Positiva ci offre una strada più ottimista per sostenere e potenziare le nostre vite.